Il mio romanzo, il Distintivo dei Guardiani ha visto la luce editoriale grazie al crowfunding, nel 2023. per ora non è più in vendita sostituito dalla nuova edizione 2024, pubblicato da Aliribelli, con il nome Guardiani della Natura – L’ultimo Distintivo… di cui potete sempre leggere i primi tre capitoli in omaggio.

Ma vediamo come è andata la mia esperienza con il Crowdfunding!

Sembra ieri che firmavo il contratto di prima edizione del mio romanzo con la casa editrice Bookabook, invece, sono passati oltre due anni (era dicembre 2022) da quando firmai il loro contratto e oltre un anno pieno (il 2023) da quando IL DISTINTIVO DEI GUARDIANI divenne disponibile sul loro sito, sugli store on-line e in libreria.

Un anno intenso dove è successo di tutto che posso riassumere semplicemente con la parola “formante”. Se volete saperne di più, potete andare a questo articolo, dove vi parlo di come è andato il mio primo anno da autore. Ma prima, continuate a leggere e scoprite come è cominciato! 

Qualche anno prima, quando una prima versione di questo romanzo ha visto la luce in selfpublishing con una piattaforma molto nota che spamma l’ebook in ogni dove, avevo già pensato a forme di finanziamento del mio progetto come il crowdfunding ma a fermarmi, è sempre stata l’idea di voler un editore al mio fianco che mi supportasse nel viaggio e detto tra noi, anche l’idea di dovermi esporre o sovraesporre, non è che mi faceva impazzire.

Poi è successo che in piena pandemia, a circa cinque anni dal primo tentativo di pubblicazione in self del mio romanzo, con una piattaforma che ha fatto più danni che altro, decido di fare un profondo editing del testo e di inviarlo a 6 case editrici e tra queste Bookabook. Mi rispondono dopo circa tre mesi dicendo che sono interessati. Ci rifletto un po’, decido di lanciarmi e da lì è partito il viaggio dei Guardiani della Natura.

Il mio primo approccio al crowdfunding è quindi avvenuto in modo del tutto casuale, anche se già sapevo cosa fosse e in quale follia mi stessi cacciando. Motivo per il quale lo avevo evitato come la peste fino a quel momento!

Il supporto da parte di Bookabook c’è stato. Ha inviato via mail un po’ di materiale preconfezionato, utile, soprattutto ai meno smaliziati con i social, la promozione e il marketing, finalizzato al supporto su come portare avanti una campagna di raccolta fondi, inoltre ci sono stati 2 incontri pre lancio campagna durante i quali hanno dato utili consigli su come non partire totalmente impreparati.

Da questo punto di vista quindi bene, ma c’è da dire però che il crowdfunding non è per tutti, anzi, forse è per pochissimi.

In rete, troverete le più disparate obiezioni a questo metodo e qualche timido accenno di successi, ne parleremo approfonditamente ma quello che qui voglio sottolineare è sì:

  • fare crowdfunding t’impone di metterci la faccia e uscire dall’anonimato
  • fare crowdfunding t’impone una certa dose (tanta) di faccia tosta
  • fare crowdfunding ti sbatte in faccia chi è davvero tuo amico (pochi) e chi è pronto a voltalti la faccia per pochi euro
  • fare crowdfunding, in generale ti sottopone a un forte stress emotivo a causa dei rifiuti, a causa del doverci mettere la faccia, a causa della necessità di ottenere un risultato (nel mio caso 200 copie) in un tempo limitato (180 giorni).

Ad essere sincero non mi faceva impazzire, come a molti e molte, l’idea di dover proporre il mio romanzo ad amici e parenti, chiedendo il loro supporto, chiedendo soldi.

Sapevo che avrei infastidito alcuni, che sarei stato invadente, insistente, inopportuno al limite di quelli che ti vengono sotto per strada chiedendoti l’elemosina o che ti vogliono a forza vendere una rosa, un ciondolo o qualsiasi sia la loro merce di cui a te, non frega proprio nulla. Ammetto che così, in effetti, è almeno in parte andata.

Purtroppo e forse per fortuna, fare crowdfunding t’impone un certo comportamento che può sembrare scortese e invadente, sopratutto se fatto male, al limite della supplica e dell’elemosina, se fatto malissimo e alcuni, se non molti, è proprio con questo sentore che scelgono alla fine di aiutarti. Per non parlare di quelli che nonostante tutto il tuo sforzo di cercare d’imprimere la tua necessità nel loro supporto, proprio non vogliono saperne di darti una mano.

Perchè ripetiamolo… crowdfunding non è chiedere di acquistare un libro, ma chiedere di realizzare un sogno. E c’è differenza!

Ci sono diversi modi di fare crowdfunding e di sicuro, alcune cose non vanno proprio fatte… vedremo poi in altri video dedicati, quello che va fatto e non va fatto, il bello e il brutto, del fare raccolta consensi. Ad ogni modo, al netto di tutto lo stress le delusioni cocenti, le inaspettate soddisfazioni e slanci di supporto da parte di persone inaspettate, devo dire che per me, fare crowdfundig è stata un’esperienza illuminante. Mi ha portato realmente a comprendere in primo luogo quanto ero disposto a mettermi in gioco, a espormi, per realizzare il mio sogno di essere autore pubblicato da CE.

Cosa ho imparato dal fare Crowdfunding?

Se volete invece approfondire l’argomento Crowdfunding sentendo cosa hanno da dire altri autori, nella playlist del mio canale YT dedicata agli autori Bookabook ho raccolto tutte le talkerate fatte con loro. Hanno raccontato dei loro romanzi, ma anche di come è andata la loro campagna Crowdfunding: gli sbagli fatti, le cose che gli sono venute bene, quelle un po’ meno, i colpi di fortuna e anche di sfortuna.

Quello che ho imparato nei 180 giorni di campagna crowdfunding fatta con Bookabook e i due mesi prima della campagna, passata a prepararmi, organizzare materiale, crearmi un minimo di presenza sui social è…

• comprendere il modo corretto di narrare la mia storia in base al pubblico che ho davanti, insomma a essere un miglior storyteller, un miglior venditore. Tutti noi autori, dobbiamo essere buoni venditori, se vogliamo dal basso della nostra notorietà essere scelti nel mare infinito di possibili letture che si trovano in rete, nelle fiere e nelle librerie… dove tra l’altro entriamo con difficoltà!

• mi ha insegnato a gestire i no, i tanti no, ricevuti alla mia richiesta di supporto. Vi ricordo che fare crowdfunding, significa spiegare alle persone che conoscete, che avete bisogno del loro supporto per rendere reale un sogno che altrimenti non si realizzerà. Non è tanto la questione di “compri il mio libro?” ma piuttosto “mi dai una mano a rendere reale questo sogno?” Purtroppo, i no detti dalle persone più vicine, amici, parenti e conoscenti che a vario titolo dovrebbero dire di sì a prescindere, visto che parliamo di pochi euro in fondo, sono la parte più dura da sopportare e questo ci porta al prossimo punto.

• Anche le delusioni servono! I no detti da quelli che riteniamo (ma poi lo sono davvero?) più vicini, bruciano e tanto ma proprio quelle ci aiutano ad aprire gli occhi, a indurire la pelle, a rendere la faccia tosta e sopportare i no di: genti, editori, sconosciuti vari che ci snobbano ai banchetti, etc… Tutto questo col tempo peserà molto meno e questo è fondamentale per vivere meglio la dura vita dell’autore che deve sgomitare.

Buttarsi nella mischia, imporsi di raggiungere un risultato, anche minimo, vi sprona a metterci la faccia per cercare di convincere amici, parenti e sconosciuti che il vostro sogno è un progetto valido. Incontrerete molta, molta, resistenza, vivrete cocenti delusioni, attimi di scoramento e tutto il resto ma sbagliando s’impara, subendo si diventa forte e fare crowdfunding nel modo giusto, ma anche nel modo più sbagliato, è come scendere in guerra e tornarne vittoriosi, o quanto meno vivi anche se feriti e questo vi renderà più forti per riprendere a combattere.

Quindi il mio consiglio è fate crowdfunding, anche se pubblicate in Self. Mettetevi in gioco, metteteci la faccia, fate un piano di promozione, datevi un obiettivo, fosse anche solo 50 titoli in prevendita. Sarà dura, ma ne vale la pena!

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