Come capire se una casa editrice è affidabile?
Avete finito di scrivere il vostro libro, forse lo avete anche editato e fatto leggere a un paio di beta reader (avreste dovuto farlo se non è così!) ed ora è il momento di farsi conoscere inviandolo a potenziali editori.
Ciao, sono Paul D. Dramelay autore del romanzo urban fantasy i Guardiani della Natura – L’ultimo Distintivo di cui puoi leggere i primi tre capitoli andando a questo link. Questo è il mio blog dove parlo perlopiù delle mie esperienze da aspirante autore, da autore che ha provato la strada self e che poi ha pubblicato con una casa editrice non a pagamento. Lo faccio perché spero di farti risparmiare tempo, soldi e soprattutto, brutte esperienze grazie alla mia conoscenza di questo mercato. in questo articolo ti dico la mia su questo argomento spinoso che riguarda il fidarsi di un Editore…
Se siete agli inizi del vostro viaggio da autore esordiente e se siete ancora degli aspiranti tali, probabilmente avrete un bel po’ di domande in merito a come raggiungere, scegliere e fidarsi i migliori editori possibili per il vostro romanzo. Nella serie di post e articoli che ho fatto sul mio blog, rispondo a un po’ tutte queste domande, ovviamente a modo mio e dal mio punto di vista, che può essere condivisibile ma anche no. Detto ciò, quello che provo a dare in questo articolo, come negli altri, è il mio punto di vista da esperto del settore marketing e comunicazione, da autore che ha esordito dopo un calvario lungo circa un ventennio e una breve parentesi nel mondo Self Publishing.
Sono Paul D. Dramelay autore del libro urban fantasy dal titolo Il Distintivo dei Guardiani che parla di supereroi che proteggono l’ambiente e scrivo questo articolo, sulla base delle mie esperienze da aspirante autore, da autore che ha provato la strada self e che poi ha pubblicato con una casa editrice non a pagamento. Lo faccio perché spero di farti risparmiare tempo, soldi e soprattutto, brutte esperienze grazie alla mia conoscenza di questo mercato. Per leggere gli altri articoli relativi al mondo editoria, ti rimando alla fine dell’articolo dove troverai diversi link, per ora procediamo con l’individuare una buona casa editrice, a discapito della sua grandezza, e come scansare qualche fosso.
Come raggiungere gli editori?
Molti esordienti e non solo, usano la tecnica del “rastrellamento a tappeto” inviando il loro capolavoro a qualsiasi indirizzo di posta riescano a trovare in rete, anche su vecchi blog di circa un ventennio fa. Questo è sicuramente il metodo peggiore per farsi scoprire ma, quale sia stato il vostro metodo, diciamo che avete ricevuto otto risposte positive. A questo punto la viene il bello… di chi fidarsi?
La prima regola da rispettare è quella di informarsi sugli editori, prima di partire con gli invii a manetta ma sono certo che almeno il 99% di voi, si sia concentrato più nel trovare il maggior numero di contatti possibili, che non a valutare i potenziali editori cui inviare il proprio scritto. Il rischio nel fare così è di incappare in quel tipo di case editrici, di cui tutti parlano male e che anche voi non vorreste incontrare ecco perché una buona ricerca e scrematura a monte, può essere un salva vita della vostra nascente carriera importantissimo.
Che abbiate fatto oppure no una scrematura selettiva, ora avete le vostre ben otto risposte positive e a meno che voi non siate dotati di un particolare quadro astrale fortunato, sicuramente sono tutte case editrici che fanno parte della micro editoria. Per tale motivo, c’è da valutare un po’ di aspetti prima di scegliere quale sarà la casa editrice a detenere i diritti sulla vostra opera per uno o più anni.
Se l’editore che vi lusinga e vi vuole subito, inviandovi alla prima mail di risposta anche già un contratto d’edizione, occhio! Si dice che quando il diavolo vi accarezza vuole la vostra anima… e nulla è più vero.
Se vuoi invece approfondire l’argomento Editoria, puoi leggere l’articolo sulla micro editoria, sull’editoria a pagamento e sugli errori da non fare per un autore esordiente.
Poco importa se prima di premere invio sulla tastiera del vostro computer come se non ci fosse un domani, voi abbiate fatto o no un’attenta ricerca. Quello che davvero conta ora è chi scegliere tra le proposte ricevute?
Quindi, per ogni editore entusiasta del vostro lavoro, soprattutto quelli che vi fanno una proposta immediata, dovete controllare:
1 Il catalogo delle opere pubblicate;
Osservate bene cosa pubblica l’editore, quali generi letterari, ma anche che tipo di romanzi all’interno di quei generi. Per intenderci, se pubblica fantasy che tipo di fantasy è? Così per gli altri macrogruppi. Inoltre controllate se il vostro romanzo rientra in una specifica collana del catalogo, oppure è slegato dalle proposte dell’editore (questo è molto importante!). Se l’editore ha decine di linee editoriali con centinaia di titoli, tutti diversi tra loro, con argomenti che fanno quasi a cazzotti gli uni con gli altri, con grafiche e colori disomogenei, allora dovete stare mooolto attenti e attente.
Un altro elemento per importante è la quantità di libri presente nel catalogo. Un Editore piccolo che pubblica 100 titoli l’anno, probabilmente non presterà la minima attenzione a nessuno dei suoi autori, troppo impegnato a pubblicare, per promuovere i titoli a catalogo.
Oltre la quantità, è importante è la qualità. Come sono impaginati i libri della Casa Editrice e la realizzazione delle copertine dice molto dell’impegno e dell’interesse a vendere di un editore. Tutto questo rientra nel concetto di Brand, di cui parlo nella mia formazione e sui miei social.
2 La presenza sui social della Casa Editrice;
Non ci si può aspettare che un piccolo Editore abbia un grosso seguito e produca messaggi social che facciano generare migliaia di reazioni ma anche qui, la quantità e la qualità è importante. Se voi con i vostri 400 contatti avete più possibilità di fare un post e ricevere like che non un potenziale editore, il cui scopo non è stampare il vostro libro, ma promuoverlo e venderlo, beh allora dovreste riflettere attentamente se è il caso di sceglierlo.
Altra cosa importante in merito ai social, è che tipo di uso fanno di questo canale i vostri potenziali partner. Un editore che non si concentra a parlare prettamente del mondo dell’editoria, fiere, dati, eventi, aspetti della cultura ma magari fa post di politica (pur non avendo una linea editoriale che parla di politica), parla di attualità commentando le notizie ansa (vale sempre il discorso delle linee editoriali), pubblica meme a caso, post di fede calcistica o altro di scarsa rilevanza con l’attività editoriale, denota poca professionalità.
Quanti post fa al mese l’editore per promuovere il suo catalogo? Quanta attenzione riserva ai suoi autori? I post sono sciatti o prodotti con cura e dovizia? Quanti social attivi ha l’editore e con quale frequenza li aggiorna? Ancora, il seguito, ne ha oppure no?
3 La presenza in rete della Casa Editrice;
La presenza in rete con un proprio sito internet è un altro aspetto fondamentale nella selezione della Casa Editrice con cui collaborare. La metto dopo la presenza sui social perché molte realtà commerciali, editoria compresa, preferiscono basare tutto il loro lavoro “web” puntando sui social. Questo è un grave errore ma non un “grave peccato” quindi una Casa Editrice priva di sito internet che usa bene le piattaforme social e le piattaforme di vendita online, non deve essere per la sua scelta di non avere un sito internet penalizzata. Ovviamente, diventa una grave aggravante, scusate il gioco di parole, nel momento che tutto della casa editrice scricchiola.
Altro problema oltre la mancanza di un sito web, è l’enorme quantità di micro e piccole realtà editoriali, con siti pessimi, vecchi, semi abbandonati, mal funzionanti e via dicendo. In questo caso, meglio chi onestamente dimostra di non avere tempo, soldi e qualità da gestire bene un proprio sito, concentrandosi sui social, piuttosto che una Casa Editrice che ne mostra uno disastrosamente avvilente.
Di contro è importante però anche tenere presente che quando una piccola realtà editoriale ha un sito ottimo, super aggiornato e performante, si potrebbe essere incappati in una “rete da pesca” o uno “specchietto per allodole”. Quindi, pur valutando positivamente una Casa Editrice piccola per il suo impegno nel presentarsi bene con un buon sito (che oggi costa davvero una sciocchezza, quindi per me dovrebbe essere la base di ogni attività commerciale), bisogna stare attenti quando si arriverà alla fase finale (il contratto) per non incappare in altri problemi… ricordate, il diavolo quando vuole la vostra anima vi lusinga e vi attira!
4 Controllare se è presente in libreria e in che modo.
Un piccolo editore, non per forza di quelli microscopici, difficilmente avrà una presenza fisica in libreria: né capillare, né importante, né a macchia di leopardo (qui e lì). Per come la vedo io, ma non lo fa quasi nessuno dei piccoli editori, anche un micro editore dovrebbe avere la sua “roccaforte” come si dice in campo imprenditoriale quando si parla di reti di distribuzione.
Ovvero, almeno nella regione in cui opera, quattro o cinque librerie indipendenti che gli riservano un angolo per promuovere le novità dovrebbe averle. Per me questo è il minimo sindacale ma se siete super novizi del mondo editoriale, sappiate che è pura utopia anche questo, quando si parla di micro editoria.
Senza una presenza fisica in libreria il vostro libro non esiste!
Questo ve lo dico dalla mia dolorosa esperienza di pubblicazione. Anche solo poter dire che il vostro libro si può trovare in 3 librerie di una regione, meglio se la vostra di regione, fa una immensa differenza dal dire che si può ordinare e bla bla bla…
Vi consiglio quindi nel far protendere l’ago della bilancia, tra due editori papabili e seri, verso quello che ha una o più “roccaforti” dove piazzerà il vostro romanzo, anche se dovesse essere in una regione lontana da voi.
Cosa controllare quando l’editore non è presente fisicamente in libreria?
Che quanto meno, se si entra in una libreria di una catena della vostra città, citando l’editore e un suo libro, la risposta non sia: “chiii?!” L’editore può essere anche sconosciuto all’addetto alle vendite, ci mancherebbe, non è che deve conoscere proprio tutti ma se non riesce a rintracciare l’editore nelle banche dati della libreria e non riesce a prenotarvi un suo libro, magari uno uscito da pochi mesi, allora è “mal’acqua”. Soprattutto se ha un bel sito e usa bene i social. Paradossalmente, se si presenta bene ma è assente dal mercato, allora quello che vuole si trova nelle vostre tasche, non in quelle dei lettori.
Mettiamo che sia andato tutto bene e almeno quattro editori su otto (vi è andata mooolto bene), escono vincitori dall’analisi fin ora fatta. A questo punto, non resta che :
5 Selezionare l’editore più adatto al vostro romanzo.
A questo punto bisogna scremare la lista e affidarsi a un solo candidato interessato a pubblicarvi. La scelta più ovvia a questo punto è quello che sembra il migliore sulla base di quello detto sopra. Per quanto sia corretta come analisi, c’è però un però da considerare…
Il miglior editore nel mucchio non è detto che sia la migliore scelta per il vostro romanzo.
Che tipo di romanzo avete scritto? Mettiamo che sia un urban fantasy. L’editore sul quale dovrebbe ricadere la vostra scelta per quello detto fin qui, mettiamo che abbia circa 400 titoli a catalogo che spaziano dalla manualistica al fantasy. Nella collana “fantastico” ha però solo 9 romanzi, di cui 5 di fantascienza e nello specifico nessun urban fantasy ma solo fantasy di stile medievale molto lontano dal vostro. La domanda che bisogna farsi è: perché questo editore ha scelto di pubblicare anche urban fantasy?
Forse vuole aprirsi a un nuovo mercato e forse per questo punterà su di voi, oppure forse vuole solo mantenersi una porta aperta e ogni tanto butta dentro, senza troppo interesse, qualcosa di buono. Ovviamente va da sé che nel secondo caso la risposta non è affatto a vostro vantaggio, perché non punta sul vostro lavoro ma spera nel colpo di fortuna che potrebbe portare il titolo. Questo ci porta alla prossima cosa cui badare.
6 Osservate come comunica con voi.
Dalla scrematura di cui al precedente punto, i nostri pretendenti ora sono diventati 2 ma ancora una volta ci dobbiamo domandare: di chi fidarsi?
Entra in gioco a questo punto il contatto diretto. Dopo aver risposto a tutti i pretendenti (fatelo subito, dopo un paio di giorni massimo dalla loro risposta!) dicendo che li ringraziate e vi prendete un paio di settimane di tempo per valutare la loro proposta, ora è il momento di contattare le 2 case editrici su cui avete deciso di puntare.
Se siete stati furbi, furbe (se non lo siete stati e state, leggete questo articolo), avete ottenuto un contatto diretto di tutte le Case Editrici interessate, per saltare la fila della mail generica cui magari potrebbero rispondere dopo settimane.
Ancora una nota, per serietà e professionalità che vi dovrebbe contraddistinguere, prima di scrivere alle due case editrici finaliste, mandate una mail di ringraziamento a quelle che non scegliete. Sempre bene tenersi in buoni rapporti!
Tornando alle due finaliste, c’è un’osservazione da fare… Com’è stato l’approccio delle due case editrici finaliste?
A dire il vero, la valutazione è da fare per tutte le case editrici che vi hanno contattato, ma diventa importante, per quelle che ritenete “papabili”. Ecco alcune cose a cui stare attenti e attente.
- La casa editrice vi ha subito risposto inviandovi un contratto di edizione?
Vi dirò la mia, non mi piace quando una casa editrice parte in quarta e senza sapere molto di voi come persone, già vi propone un contratto. E come sentirsi al telefono per organizzare un primo appuntamento e sentirsi chiedere: “sì, ma poi si scopa”? Per quanto potrebbe far piacere a noi maschietti una situazione del genere, è indubbio che una relazione che inizia così non possa avere un futuro.
Per lo stesso motivo, una casa editrice senza aver sentito la vostra voce, aver capito chi siete e cosa fate, se vi propone a mo di risposta automatica il suo contratto vuole dire solo due cose:
- non gliene frega nulla del libro, ma solo dei vostri soldi
- non vuole perdere tempo, come forse ha già perso tante volte, e vi mette davanti la loro unica migliore proposta così potete subito vedere se vi piace.
Del primo caso non c’è nemmeno da parlare ma del secondo invece…
Una casa editrice seria ma piccola, quindi con scarse risorse economiche, scarso numero di dipendenti, tanto da fare e poco tempo per farlo, potrebbe mostrarvi subito il loro contratto standard per l’appunto per non perdere tempo. La parte più spinosa di un rapporto editoriale è infatti il contratto e le sue clausole quindi, potrebbero volerle mettere subito in chiaro. Inoltre, sapere da subito che tipo di contratto vi fanno, vi da subito la possibilità di valutare la loro serietà e decidere. Quindi potrebbe essere un bene soprattutto, se valutato l’accordo, vi sembra onesto (per non dire vantaggioso per voi).
- La casa editrice vi ha risposto con toni lusinghieri o supponenti?
Come già detto, il diavolo vi accarezza quando vuole la vostra anima. Quindi, a meno che il vostro romanzo non sia una bomba che sconvolgerà il mondo editoriale e di cui si parlerà per anni, e molto probabilmente non è così, è davvero difficile che un editore possa riempirvi di complimenti e lusinghe. Questo, unito al fatto che magari non vi ha inviato un contratto (abbinato ad abbondanti lusinghe sarebbe quasi d’obbligo), che magari la valutazione di cui ai precedenti punti non è il massimo, dovrebbe farvi dubitare delle intenzioni dell’editore.
Di contro ci sono anche le mail di risposta pretenziose e supponenti, di quelle del tipo:
“non ci faccia perdere tempo perché lei è solo fortunata a un nostro minimo interesse, quindi firmi qui entro 5 giorni oppure ciao”.
Ecco, la risposta secca che dovreste inviare a un editore che vi scrive così, e ce ne sono, è “ciao!”. Nessun rapporto di partnership e fiducia, come lo è un contratto editoriale, dovrebbe partire con qualcuno che ci fa un’offerta come se ci facesse un piacere. Una buona comunicazione è “win-win” dove l’editore rispetta e tratta con la giusta professionalità il potenziale “cliente-autore”, senza incensarlo o promettergli la luna, né tanto meno trattandolo male, facendogli capire che è fortunato ad aver trovato loro… questi due eccessi nascondono, nemmeno troppo, buona parte dell’editoria a pagamento tossica (che dal mio punto di vista non riguarda tutta l’editoria a pagamento), il cui unico scopo è fregare l’autore o autrice per spillargli soldi.
7 Analizzate attentamente il contratto di editoria!
Se potete, fatelo leggere a chi è più esperto di voi, persino a un legale soprattutto se nelle clausole, ci sono obblighi da parte dell’autore di risultati e acquisto copie. Un autore fortunato che pubblica con una buona casa editrice (ripeto, a prescindere delle sue dimensioni), non dovrebbe acquistare copie, quanto meno non in numeri esorbitanti e non a prezzo pieno. Soprattutto, non dovrebbe essere soggetto a impegni di risultato nel promuoversi e vendersi. Questo è il compito dell’editore e non certo il vostro!
Ci sono tanti aspetti da controllare in un contratto come la lunghezza della durata, il diritto di recesso, i tempi di pagamento, i rendiconti, le iniziative promozionali dell’editore e molto altro. Tra tutte le possibili clausole, voglio porre (in modo positivo) l’accento su:
- l’obbligo da parte dell’autore a partecipare a un numero X di presentazioni in libreria, fiere ed eventi.
Se la casa editrice è piccola, sappiate che i costi saranno a spese vostre, poco ma sicuro, ma anche che molti piccoli editori si ritrovano, troppo spesso, con aspiranti autori che “piazzato” il loro lavoro a un editore, se ne lavano letteralmente le mani. Non lo promuovono sui social, non si rendono disponibili (e addirittura disertano) per presentazioni in libreria e via dicendo. Storie vere che fanno girare i @@ sia chi vorrebbe avere questa fortuna di essere supportati, sia agli editori che finiscono per fare delle bruttissime figure e investire in libri dimenticati ancor prima di essere messi in commercio. Ecco perché alcuni si tutelano contrattualizzando un numero di presenze con relative penali se l’autore non garantisce quanto scritto da contratto. In questo caso, se le penali non sono troppo elevati e le regole troppo a vantaggio dell’editore, potreste ben vedere queste clausole perché siete incappati, incappate, in un editore serio che vuole puntare nella promozione del vostro lavoro ma ha il terrore di essere abbandonato da voi e finire con un ennesimo buco di bilancio.
Ricordate: oggi più che mai il primo promotore del vostro lavoro dovete essere voi, la casa editrice può supportarvi con tutti i contatti e possibilità di cui dispone, ma se non sarete prima voi a “vendervi” finirete per essere abbandonati anche dalla migliore casa editrice che riceve ogni giorno decine di richieste da parte di aspiranti autori pronti a prendere il vostro posto!
8 Acquistare e leggere almeno un libro dell’editore.
Se volete davvero sapere un editore come lavora, oltre a richiedere in libreria un suo testo, dovreste anche fare un acquisto diretto. Come vorreste che il vostro libro fosse trattato? Le tempistiche d’invio, la qualità del pacco che ricevete a casa, la qualità della stampa, della copertina, della carta, eventuale refusi d’editing, sono tutti aspetti importantissimi in fase decisionale.
Il mio consiglio, prima di scegliere definitivamente quale sarà l’editore del vostro libro, è quindi quello di acquistare un libro in libreria e un libro direttamente dal sito del vostro potenziale editore. Ovviamente, per capire esattamente come lavora, non effettuate l’acquisto diretto online, dando i vostri dati, ma usate quelli di un amico o parente non riconducibile a voi. Solo così potrete sapere come tratta realmente gli/le acquirenti online.
Se vi sembra una spesa eccessiva, considerate quanto tempo avete impiegato per arrivare a questo punto, inoltre, due libri a editore “finalista” è il minimo come investimento per capire come tratta il lavoro degli autori che vuole nella sua “scuderia”.
9 Non cedete alla tentazione e alla fretta di pubblicare!
A meno che non siate in lista per essere pubblicati con una casa editrice famosa o una casa editrice appartenente alla media editoria alta, quella che comunque è presente in tutte le librerie e probabilmente stamperà il vostro romanzo almeno per qualche migliaio di copie, non c’è fretta e non avete nulla da perdere nello scartare anche tutte le proposte che riceverete.
Pubblicare è soprattutto una questione di affinità, di simpatia “a pelle” e di fiducia. Un editore che fa l’amicone potrebbe essere la peggior scelta come anche quello spocchioso. Nel mezzo ci sono tutti quelli troppo piccoli, troppo arrangiati, dal catalogo troppo diverso dal vostro romanzo che dovreste evitare come la peste.
Non fatevi abbindolare da venditori di fumo né tanto meno sentitevi in soggezione da chi vuole mettersi su un piedistallo.
Quando firmerete il contratto, che sia con il sangue oppure no, cederete tutti i diritti del vostro lavoro, nonché del vostro sogno e tutte le aspettative che lo hanno reso reale. Soprattutto, a meno che non diventi un piccolo successo, perderete la possibilità di ripubblicarlo, soprattutto nel breve termine, nel caso in cui l’editore risulti essere inadempiente o disinteressato alla sua promozione.
Meglio cercare ancora un po’ e rendersi visibili a realtà più strutturate, piuttosto che dire sì alla prima occasione, magari sgangherata e fumosa, buttando anni di lavoro passati a scrivere di notte, nei fine settimana, durante le vacanze.
Se vuoi lanciarti nel mondo dell’editoria come autore, autrice, ma non ti senti completamente preparato, preparata, per affrontare tutto quello che c’è da fare in ambito social, di promozione e branding, sul mio sito alle pagine Servizi e Formazione, trovi corsi e molto altro che metto a disposizione di chi vuole fidarsi del mio metodo e della mia visione del mondo editoriale.
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